11 Novembre
Festa dei Peori in occasione del Santo Patrono, San Martino
San Martino (316-397) è uno dei santi più popolari in Europa occidentale. Perciò viene celebrato con riti e tradizioni molto diversi tra loro. In Svezia e in Danimarca, ad esempio, si è soliti celebrarlo mangiando l’oca. In Germania e in altri paesi la festa di San Martino somiglia molto a quella di Halloween. A Uzzano fino a una ventina d’anni fa il Santo Patrono veniva celebrato con una tradizione che mescolava sacro…e profano: la festa dei peori. Gli uomini erano soliti riunirsi al circolo e, dopo una cena esclusivamente vegetariana, ma accompagnata da vino a volontà, uscivano con le corna in testa indossando lunghi abiti e formavano una processione che parodiava quelle religiose. Si recavano a casa dello sposo più recente, il peoro novo, che, vestito come un re, veniva accompagnato sotto il baldacchino al Palazzo del Capitano. La festa si prolungava fino alle ore piccole in grande allegria. L’invito alla manifestazione era esteso anche ai paesi vicini, con la raccomandazione: “Non venite tutti, sennò siamo troppi”.
Al santo è legata una leggenda da cui trae origine la credenza dell’estate detta appunto di San Martino. Era l’11 novembre. il cielo era coperto, piovigginava e tirava un ventaccio che penetrava nelle ossa; per questo il cavaliere era avvolto nel suo ampio mantello di guerriero. Ma ecco che lungo la strada c’è un povero vecchio coperto soltanto di poveri stracci, spinto dal vento, barcollante e tremante per il freddo. Martino lo guarda e sente una stretta al cuore. “Poveretto – pensa – morirà per il gelo!” E pensa come fare per dargli un po’ di sollievo. Basterebbe una coperta, ma non ne ha. Sarebbe sufficiente del denaro, con il quale il povero potrebbe comprarsi una coperta o un vestito; ma per caso il cavaliere non ha con sé nemmeno uno spicciolo. E allora cosa fare? Ha quel pesante mantello che lo copre tutto. Gli viene un’idea e, poiché gli appare buona, non ci pensa due volte. Si toglie il mantello, lo taglia in due con la spada e ne dà una metà al poveretto. “Dio ve ne renda merito!” balbetta il mendicante, e sparisce. San Martino, contento di aver fatto la carità, sprona il cavallo e se ne va sotto la pioggia, mentre un ventaccio rabbioso pare che voglia portargli via anche la parte di mantello che lo ricopre a malapena. Ma fatti pochi passi ecco che smette di piovere, il vento si calma. Di lì a poco le nubi si diradano e se ne vanno. Il cielo diventa sereno, l’aria si fa mite. Il sole comincia a riscaldare la terra, obbligando il cavaliere a levarsi anche il mezzo mantello. Ecco l’estate di San Martino, che si rinnova ogni anno per festeggiare il bell’atto di carità ed anche per ricordarci che la carità verso i poveri è il dono più gradito a Dio. Quella notte sognò che Gesù Cristo si recava da lui e gli restituiva la metà di mantello che aveva condiviso; quando Martino si risvegliò, il suo mantello era integro.”